I racconti che compongono questa raccolta abbracciano un arco di tempo che va dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta e si svolgono tutti intorno a una delle scuole elementari del quartiere romano di Centocelle, la “Fausto Cecconi”, che, istituita il ottobre del 1933 e oggi afferente all’Istituto Comprensivo “Artemisia Gentileschi”, fu di fatto una delle prime testimonianze, istituzionalmente intese, della volontà di rendere quel primigenio borgo rurale dove essa fu edificata finalmente città e non più campagna, inserendo in tal modo quel territorio periferico in un vero processo di “colonizzazione urbana”. A questa scuola sono legati i ricordi delle prime esperienze dell'Autore nel mondo del sociale, un mondo che si rivela per la prima volta e che richiede che sia proprio tu ora, insieme agli altri, protagonista in una fitta rete di nuove relazioni, di saperti presentare per quello che sei, di esporti allo sguardo e al giudizio di quelli che di fatto risultano degli estranei.

Poi, passata, l’infanzia, corsi a perdifiato gli anni dell’adolescenza e arrivati alla maturità per approdare finalmente, seppur senza accorgersene, alla cosiddetta “età della saggezza” trovarsi a riflettere che proprio quegli estranei sono stati il banco di prova e hanno rappresentato il battesimo di fuoco che ha sancito il tuo ingresso nella società. Seppure partoriti in massima parte dalla fantasia, non è però possibile affermare che questi racconti non siano del tutto veri, avendo l’autore voluto dapprima riunire e quindi scientemente mischiare, scomporre, rimontare, differire e sovrapporre fra loro ricordi, persone, episodi ed emozioni così che la narrazione risultasse in buona parte condita da incursioni biografiche sfalzate e stravolte però nei tempi e nelle attribuzioni.

. .