La Democrazia Cristiana è vissuta esattamente mezzo secolo. Non ha mai conosciuto l’opposizione e ha sempre governato l’Italia.
La tragedia della seconda guerra mondiale in cui il fascismo aveva precipitato la Chiesa convinsero il pontefice a dare il via libero all’impegno in politica dei cattolici, uniti in un unico partito. Un partito benedetto da Pio XII e che alle prime elezioni decisive, quelle del 1948, convince quasi la metà degli elettori.
I primi anni sono quelli fondamentali, le scelte giuste nel momento più importante portano l’Italia nell’alleanza atlantica e il ritorno nei consessi internazionali. Il partito è vivace e raccoglie i migliori giovani allevati nel mondo cattolico, sono quasi tutti professori universitari e anche De Gasperi incontra difficoltà e contestazioni all’interno del partito.
De Gasperi muore quando ancora il partito ha bisogno di un leader unico capace di impostare le regole della successione tra le generazioni e la continuità rispetto alla prospettiva di un necessario rinnovamento. Il partito non troverà più un unico capo, ma sarà a guida plurale.
Amintore Fanfani prova ad assumere la guida unica, ma è detronizzato dagli stessi amici di corrente, colpevole di aver accentrato su se stesso troppe cariche. Sono diversi gli esponenti del partito ad assumere un ruolo preminente, mai di capo unico, per un periodo di tempo limitato.
La pluralità comporta inevitabilmente la divisione in gruppi anche noti come correnti che hanno delle lievi diversità di programma, ma che sono agguerrite nella lotta interna. Dopo Fanfani ci sarà il periodo di Aldo Moro, poi quello di Mariano Rumor, poi Giulio Andreotti e poi tutto si interrompe per via dei drammatici fatti di via Fani con l’uccisione della scorta, il rapimento di Moro, il sequestro con lo stillicidio di lettere e comunicati, il bivio tra la trattativa e la fermezza, fino alla tragica esecuzione.
Il piombo brigatista uccide Aldo Moro, ma cambia la storia della DC oltre che del Paese. Chi sono i democristiani? De Gasperi, Fanfani, Moro, Rumor, Andreotti, Forlani, De Mita, ma anche nomi poco noti ai più che pure hanno impegnato la loro esistenza per far prevalere la DC.
Maria De Unterrichter, Tina Anselmi, Franca Falcucci, Silvia Costa tra le donne, ma anche Giuseppe Zamberletti, Arcangelo Lobianco, Lorenzo Natali, Adolfo Sarti, Remo Gaspari, tra gli uomini e poi tratti distintivi comuni a tutti i militanti perché essere democristiani è un modo di essere: moderazione e buon senso, sapersi adeguare ad ogni situazione positiva o negativa. Nelle prese di posizione pubbliche il politico della DC preferisce evitare risposte nette, ma lascia sempre delle “porte aperte” per la mediazione politica, una sorta di diplomazia utile in ogni occasione.
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