Il mestiere del soldato, che è in realtà una professione, si da spesso per scontato e di esso si crede di sapere tutto. Alcuni lo esaltano, altri lo detestano.

Ma vedere il mondo con occhi di un soldato è una prospettiva totalmente diversa da quella che può avere chi una divisa non l’ha mai indossata. In sette giorni sette angeli, sette soldati, in uno sforzo puramente astratto di rendere le parole una visione, si fanno custodi e comandanti dei soldati in battaglia, o essi stessi ne assumono i connotati.

Sette angeli, sette soldati come una compagnia di sentinelle. Molto più che semplici guardiani, sono i compagni nella battaglia e nella giustizia.

Sette giorni per provare a comprendere. Sette racconti nati in una sola stanza, non un’ intervista, non un’inchiesta, solo un incontro per ascoltare.

Uomini spinti da motivazioni differenti certo, ma senza dubbio uniti nel senso del dovere, consapevoli di andare incontro ad una vita che spesso vede la sua fine riflessa, una vita fatta di sacrificio e rinunce. Un intrecciarsi di coraggio e paure, di fermezza e stanchezza, di esaltazione e profondi dolori che non è così facile spiegare.

Dove inizia l’eroe e finisce l’uomo?I sodati sono spesso figure straordinarie e allo stesso tempo profondamente umane. Elaborano un significato più ampio nella trama complessa della vita umana, testimoni silenziosi di un mondo in cui la realtà e l'etica si sfidano incessantemente.

Possono filtrare le parole tra due mondi così obiettivamente distanti e dare forma ad una espressione immaginifica di battaglia, non esclusivamente tecnica o iperealistica, ma distaccata e ricomposta dal gesto simbolico ed emotivo di ascoltare l’altro?. .