La Dichiarazione Fiducia Supplicans del Dicastero per la Dottrina della Fede (2023), approvata e firmata da Papa Francesco, ha introdotto la possibilità di brevi e semplici benedizioni pastorali, da impartire sulle singole persone, seppur unite in coppie irregolari o dello stesso sesso. Grazie alla lezione di Bernard Lonergan abbiamo riconosciuto come nel Cattolicesimo coesistano dialetticamente due distinti orizzonti teologici (e pastorali): quello del classicismo essenzialista e quello storico-contestuale.

Tale distinzione non solo ci ha consentito di cogliere l’orizzonte teologico alla base della Dichiarazione, ma anche la possibilità di rispondere alla complessità multiculturale, che abita la Chiesa cattolica contemporanea. All'immagine di una Chiesa fossile, rigidamente chiusa rispetto alle nuove benedizioni pastorali, ha fatto seguito l’immagine di una Chiesa fertile, capace di manifestare una duttilità ecclesiale rispetto ai diversi contesti culturali.

La “storia degli effetti” di Fiducia Supplicans in diverse Conferenze episcopali (africana, tedesca, nordamericana, indiana, italiana) è stata poi un banco di prova per verificare come un magistero sviluppato nell’orizzonte storico-contestuale permetta di incarnare meglio l’annuncio del Vangelo nell’oggi missionario della Chiesa. Fiducia Supplicans, apparentemente divisiva, non soltanto ha fatto emergere l’esistenza di diversi orizzonti teologici e pastorali alla base delle diverse reazioni nei suoi confronti, ma anche una preziosa ecclesio-diversità, che va accolta ed integrata come dono dello Spirito Santo per tutta la Chiesa.

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