Silvia Landi: “Eccoci. Siamo al terzo tomo dedicato alla tua persona e sono molto curiosa.

Maurizio confessa!”. Maurizio Ganzaroli: “Benchè non abbia niente da confessare, almeno che io sappia, sono reo confesso soltanto di essere un maledetto artista (e non un artista maledetto).

Non ci posso fare niente e non voglio proprio farci nulla a questo vulcano che mi esplode nella testa e che mi fa stare sveglio la notte. Un tumultuoso fiume che respira dentro di me nebbie di gas allucinogeno intinte negli acrilici.

Ho dipinto un quadro su di un fondo da torta di cartone nel 1975 e non mi sono più fermato. Le critiche, i dissensi e le offese non fanno per me, sono una bestia artistica e nessuno ci può fare nulla per cambiare le mie anime.

Anime al plurale, si, perché non ne possiedo soltanto una (tutti ne possiedono almeno una, per alcuni il dubbio sovviene legittimo, ma è un’altra storia) forse almeno una dozzina e stanno tanto strette che per uscire devono spingere per farsi strada. Le immagini, i suoni, i soggetti e le parole sono già tanto chiare nella mia testa che mi chiedo che bisogno ci sia di scriverle o di renderle comunque materiche, ma poi penso che se nulla nasce, allora non esiste.

Non credo di esser un “fottuto genio” e questo appellativo non sono sicuro che mi piacerebbe, non quanto piaceva a Dalì quanto-meno. Credo di avere una visione nuova in tante cose, che sia un rimestamento della materia già esistente o del fango primordiale , non importa, io l’ho pensato, l’ho reso tangibile ed ora respira.

“si può. .

. fare!” diceva Gene Wilder in Frankenstein Junior.

Beh la creatura o le creature io le ho fatte, non so se qualcuno ne sentiva la mancanza o ne aveva veramente bisogno ma; francamente me ne infischio. Sicuramente però non esistevano prima di me”….