Lo scopo di questo lavoro è stato quello di ricercare la fattibilità e la possibilità legale di utilizzare il metodo dell'asta pubblica nelle concessioni a pagamento per l'utilizzo di beni pubblici, sulla base dell'interesse pubblico, dell'efficienza e dell'economia, nonostante l'espressa disposizione di legge che prevede l'obbligatorietà del ricorso al metodo dell'asta competitiva per l'assegnazione di concessioni di servizi pubblici. Oltre alla gara d'appalto, la presente ricerca si occupa della legalità dell'effettuazione di una "gara inversa", nomenclatura coniata dall'autore del presente lavoro, per indicare una gara d'appalto che non è finalizzata all'ottenimento del prezzo più basso, come stabilito dalla legge, ma piuttosto del prezzo più alto per l'amministrazione, attraverso il criterio dell'offerta o dell'offerta più alta, nello specifico, in questi casi di concessione amministrativa dell'uso di beni pubblici, che risulta estremamente più vantaggiosa.

Si è potuto constatare che l'ordinamento giuridico tace sull'istituto e sulla disciplina della concessione d'uso dei beni pubblici, il che induce gli organi e gli enti amministrativi a utilizzare in questi casi le leggi 8. 666/93 e 8.

987/95. Ha concluso che è legalmente possibile utilizzare la modalità dell'asta nelle concessioni d'uso di beni pubblici con il criterio dell'offerta più alta.

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