Anna ed Heinrich erano fuggiti nel 1935 dalla Monaco di Baviera dove si erano conosciuti ed innamorati, nel momento della promulgazione delle cosiddette “Leggi di Norimberga”, essendo Anna ebrea, ma poi dopo diverse tappe europee, vi erano tornati a guerra finita, nel 1945. Questa era stata la vicenda del romanzo "Una sinfonia europea".

Ora li ritroviamo in questo romanzo, nei successivi anni del dopoguerra, quelli della ricostruzione, del boom economico, del '68, dei figli dei fiori, fino all'anno dei Campionati Mondiali di calcio del 1974 che nella loro Monaco videro la finale. Sono quasi trent'anni di vita della coppia, che uniti ai dieci anni precedenti arrivano ad essere quaranta, sullo sfondo di una Germania che da quegli anni esce profondamente diversa, con meno certezze o a volte anche con nuove, illusorie come sono sempre, certezze.

Così la storia tedesca si intreccia con le loro vicende personali, ed in particolare con le molte “macerie” che Anna deve ancora rimuovere dal proprio spirito, dopo aver aiutato nel 1945 a rimuovere le macerie della città distrutta dalle bombe… Il passato non si cancella mai, ci si deve fare i conti, anche a costo di passare attraverso ad un finale thriller che ha il tono di una catarsi. .