Il prologo. Nella Londra di fine anni 70, un finanziere senza scrupoli diventa la preda di cinque giustizieri capitanati da un'attempata signora; il loro sigillo la Donna di cuori, Regina di una corte di cacciatori di teste spietati come una divinità del male.

Spietati come Ahriman, nume malvagio dello ZoroastrismoL'epilogo. Quasi trent'anni dopo, alla Spezia, città portuale della riviera ligure, un commissario della mobile si ritrova ad investigare sulla morte di un pensionato in odore di camorra; cosa lega questa indagine alle imprese dei fantomatici dispensatori di morte d'oltre manica, così lontani nel tempo e nello spazio?"Chi ha provato ad entrare in un labirinto è già avvantaggiato nei confronti di chi non ha provato tale inestricabile percorso.

P. L.

è un autore diabolico; quando pensi di aver trovato il bandolo della matassa ecco che introduce una nuova possibilità interpretativa che, immediatamente, sconvolge l’iter logico che il lettore si è creato. Con maestria unisce Wallace al tenente Sheridan, del compianto Ubaldo Lay, per poi risalire verso un Poirot d’annata e, quindi, scivolare verso il “giallo” tipico di Marlove.

Scrittore già capace di trucchi narrativi intelligenti, viene oggi pubblicato da F. per una semplice ragione: perché rappresenta il nuovo, l’impensabile, il poliedrico giallo che è scritto per tutti.

La “donna di cuori”, carta di credito che spesso viene spesa nella giallistica, viene inserita in punta di piedi nel racconto, quasi ad omaggio sentito di tutte le “donne di cuori” utilizzate dai più grandi autori di gialli. Attenzione, infine, a tutte le volte che vi capiterà di dire “finisce così?”; in quel momento il buon P.

vi sta ingannando. "A.

M. editore.